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"Concerti alla Pace"

Stagione 2025


"Concerti alla Pace"

Stagione 2025

Torna anche per l’anno 2025 la proposta che l’ARCL invia ai cori associati la stagione concertistica “Concerti alla Pace”, che si terrà come di consueto da gennaio a giugno 2025, nella splendida cornice della Chiesa Santa Maria della Pace a Roma. Ciascun concerto prevede la presenza di due gruppi corali, quindi si offre l’opportunità ad esibirsi a 12 cori associati. Ai cori vincitori del Concorso Regionale, è garantita l’ammissione nel rispetto delle linee guida sotto elencate. Non dovranno produrre la registrazione audio, ma inviare il programma con le note esplicative del progetto. Per gli altri candidati sarà cura della Commissione Artistica dell’ARCL procedere alla valutazione dei programmi presentati e alla stesura del cronoprogramma dei concerti. I criteri che porteranno alla valutazione sono di seguito elencati:

Criteri di valutazione

• Curriculum del coro
• Curriculum del Direttore
• Composizione e tipologia del coro (misto, voci pari, etc…)
• Registrazione di almeno 2 brani eseguiti dell’anno 2024, con particolare riferimento al tema sacro (da  inviare a concertiallapace@arcl.it in formato MP3 se solo audio o MP4 se video)
• Presentazione e coerenza tematica del programma con note descrittive e critiche
• Innovazione repertoriale, in relazione ad alcuni spunti proposti dall’ARCL o di propria iniziativa
• Preferenza di date (non vincolante per ARCL)

Scadenza delle presentazioni 15 dicembre 2024. I cori interessati sono invitati a compilare scrupolosamente la scheda allegata e ad inviarla, entro la data indicata, a concertiallapace@arcl.it


ALLEGATO 1 - Progetti proposti dall’ARCL Alcune proposte tematiche per i Concerti alla Pace o per eventuali analoghe proposte da sottoporre all’attenzione dei cori associati.

  • Ricorrenze - nel 2025: 100 anni dalla nascita di Luciano Berio, il 100° dalla morte di Erik Satie, nel 1725 muore Alessandro Scarlatti, 200° dalla morte di Antonio Salieri, 500 anni dalla nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina.
  • La spiritualità in Europa. Il tema riguarda la musica sacra che si è prodotta nelle varie nazioni europee, sarebbe interessante che ad ogni coro fosse assegnata una produzione nazionale, senza limiti temporali (dal gregoriano ai contemporanei), che possa offrire una panoramica di come la musica si sia affermata nel continente con stili e contenuti diversi. Il repertorio è molto vasto e consente di approcciare a brani con vari livelli di difficoltà. Le nazioni maggiormente feconde sono state: Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Spagna e Paesi Bassi. Un ulteriore step potrebbe essere accoppiare nazioni linguisticamente affini, Italia – Spagna, Germania – Inghilterra, Francia – Paesi Bassi, Paesi Baltici – Ungheria.
  • Le voci dimenticate. Tematica riguardante le composizioni delle suore compositrici. Questo aspetto potrebbe dare spazio alle formazioni corali per voci pari femminili. Non c’è un repertorio vastissimo ma sufficiente a coprire almeno una serata. Da Hildegard Von Bingen, fino ai giorni nostri. Interessante area di ricerca, che va nella direzione progettuale auspicata dall’Associazione.

  • La devozione ad imitationem. Si riferisce ad una pratica in uso nel rinascimento, ovvero l’impiego di melodie profane nella composizione di musica sacra, a mero titolo di esempio la messa “L’homme armè”. Una interessante commistione tra stili diversi.

  • I Maestri della Polifonia – la Cappella Sistina. Una panoramica della polifonia sacra vista attraverso le composizioni dei Maestri attivi nella Cappella Sistina, Morales, Palestrina, Marenzio, Da Victoria, Perosi, Baini, Bartolucci, Liberto, Pavan. Si può attingere ad uno sterminato repertorio facilmente reperibile.

  • Il canto gregoriano nella musica corale del XX secolo. Francois Couperin con le due messe alternatim, Domenico Bartolucci, Orlando Dipiazza, Giuseppe Mignemi, Gianmartino Durighello, Luigi Molfino, Maurice Duruflè, Leoš Janáček, Arvo Pärt, Olivier Messiaen Kodály . A mero titolo di esempio il Salve Regina di Bartolucci, Tota pulchra es di Duruflé e Dipiazza, O salutaris Hostia di Caplet (tratto dalla messa a tre voci), Agnus Dei nella rivisitazione di Tavener su testi di William Blake, Ave Maria di Biebl, Alleluja di Busto, Cantate Domino di Miskinis.

  • Tra la gioia e il dolore: il Magnificat e lo Stabat Mater nella letteratura vocale dal gregoriano ai tempi nostri. Due tra le più belle preghiere per la celebrazione della Vergine Maria attraverso composizioni che agiscono tra due stati d’animo contrapposti, il gaudio per l’annuncio della maternità e il dolore per la morte del figlio.

  • Sentimento religioso e cultura popolare. Un percorso a specchio tra le composizioni religiose nella musica colta e la traduzione della sensibilità religiosa nei brani di musica popolare e nella elaborazione per canto corale.

Tra le proposte innovative, l’ARCL propone agli associati i seguenti temi:


I compositori italiani nel mondo: opere composte da autori che hanno svolto la carriera musicale in Europa, America Latina, Paesi Orientali.


Musiche della Cappella Giulia: l’altra grande realtà musicale a Roma, che ha visto tra i direttori i più insigni maestri operanti a lato della Cappella Sistina. Per questa tematica (ed altre analoghe) sarebbe interessante prevedere, come da prassi, l’impiego del Basso Continuo ed eventuali strumenti. L’Associazione a tal proposito si impegna a fornire un organo portativo con il solo registro 8 piedi ed un cembalo, ed inoltre a strutturare dei seminari durante l’anno sull’impiego del b.c. e la concertazione dello stesso in relazione ai brani scelti dai cori che aderiscono al progetto e che ne facciano richiesta. La proposta va nella direzione di un ulteriore salto di qualità, auspicato per la ricerca e il recupero della tradizione e la storia musicale della regione. Resta inteso che ogni coro si farà carico dell’eventuale compenso richiesto dai musicisti ingaggiati.

Programmi monografici: autori di tutte le epoche con opere di carattere sacro, che siano coerenti con il tema monografie.

Tra le proposte innovative, l’ARCL propone agli associati i seguenti temi:

Il genere mottettistico in Europa, differenze stilistiche

La tradizione tedesca del corale, da Martin Lutero a Johann Sebastian Bach

La messa nel XX e XXI secolo


La direzione artistica:

Marina Mungai

Remo Guerrini

Scheda iscrizione concerti alla Pace e informativa

SANTA MARIA DELLA PACE

La chiesa di S.Maria della Pace, situata in via dell'Arco della Pace, sorge in luogo dell'antica "S.Andrea de Acquarenariis", nome che deriva dai numerosi venditori di acqua presenti nella zona, i quali, attingendo direttamente dal Tevere, dovevano purgare l'acqua dalla "rena" che vi era mescolata. La leggenda narra che nel 1480 un'immagine della Vergine posta sotto il portico (oggi situata sull'altare maggiore), colpita da un sasso lanciato da un sol­dato ubriaco, si mise a sanguinare. Papa Sisto IV, informato dell'ac­caduto, si recò personalmente sul luogo e fece cambiare il nome del ­ la chiesa in "S.Maria della Virtù", promettendo di rimediare allo stato fatiscente dell'edificio.

Così avvenne nell'anno 1482, anche se i lavori terminarono due anni dopo sotto Innocenzo VIII: la chiesa venne chiamata S.Maria della Pace per commemorare la conclusa pace di Bagnolo, l'atto che poneva fine alla guerra che aveva visto in causa lo Stato Pontificio, Venezia ed il Regno di Napoli. Il progetto della nuova chiesa fu affidato all'architetto Baccio Pontelli mentre nei primi anni del 1500 il Bramante realizzò il chiostro ed il convento annessi.

Nel 1656 venne realizzata la splendida facciata convessa per vo­lontà di Alessandro VII Chigi e per opera di Pietro da Cortona: al pianterreno, coppie di colonne sorreggono il caratteristico portico semicircolare, al di sopra del quale corre un'iscrizione che, tradotta dal latino, così recita: "Portino i monti la pace al popolo e i colli la giustizia", in riferimento alle sei cime dello stemma Chigi di Alessandro VII, situato sotto il portico stesso. La cupola fu aggiunta solo nel  1524 su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane ed è ornata da stucchi di Pietro da Cortona e da pitture del Peruzzi e di Carlo Maratta.  

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